
Colpi di Scure e Sensi di Colpa
Storia del disboscamento della Sardegna dalle origini a oggi
€20,00
DisponibileDescrizione
Dagli antichi greci fino ai viaggiatori dell’800, la Sardegna è sempre stata considerata un’isola mitica, florida, terra promessa ricca di boschi, acqua e risorse naturali.
Improvvisamente, verso la fine dell’800, l’immagine dell’isola si trasforma: terra brulla, inospitale, priva di risorse naturali e senza storia. Elemento geografico e umano si mescolano in una sorta di impietoso determinismo: la Sardegna altro non poteva forgiare che uomini rudi e vendicativi, dediti alla pastorizia e al banditismo.
L’isola mitica del passato è cancellata: la Sardegna è sempre stata così, arida e povera. Uno sguardo esterno che finisce per essere interiorizzato anche dai sardi al punto che, nel dopoguerra, con la petrolchimica e le servitù militari che premevano alle porte, nasce una concezione di Sardegna funzionale alle politiche economiche e statali dell’epoca. Una terra vuota, priva di storia, di cultura, di risorse naturali, pronta ad accogliere un ingombrante modello di sviluppo di importazione.
Per paradosso, esattamente il contrario di ciò che la Sardegna è in realtà.
Ma cos’era successo in quegli anni in Sardegna?
Questo libro racconta i mutamenti che, a partire dai primi dell’800 e dal famigerato Editto delle Chiudende, hanno trasformato non solo l’ecologia dell’isola, ma nel profondo anche il rapporto dei sardi con la loro terra e con le risorse naturali.
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