Di colori e d’ombre. Racconti
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"Muratori e manovali iniziarono la loro giornata all’alba. Erano arrivati, a piedi o su carri, dalla periferia della città e dai paesi vicini. L’appuntamento era tra il terrapieno di Biddanoa, Villanova, e s’arrughixedda, oggi la via Sulis. Ad aspettarli trovarono il geometra e il capo cantiere, accompagnati da Salvatore Pigheddu, l’appaltatore delle fontane civiche, che aveva in affitto quell’area cittadina. Nella terra di quel luogo gli uomini affondarono picconi e vanghe e aprirono solchi, ponendo le fondamenta di un fabbricato, che avrebbe avuto alloggi, bagni d’acqua dolce e una bottega del caffè, circondata da un bel giardino. Da subito la costruzione, disposta ad arco intorno ad un cortile interno, venne chiamata l’osteria de Pigheddu, dal nome del proprietario. Non era una mescita di vino, ma un luogo di sosta e alloggio per i carrettieri che, con i loro animali, trasportavano dalla campagna le mercanzie destinate alla città di Cagliari. Era il posto dell’ordinata confusione. Là risuonavano voci umane, fischi, il ragliare degli asini e il nitrito dei cavalli. ”De aundi ses benendi, o Boiccu? Da dove stai arrivando, Salvatoricco?” ”Non mi ndi fueddis, seu partiu chizzi de Muravera po portai tottu custus arangius. Seu cansau mera e immoi mi depu fuliai in su lettu. Aggiuramì, po prexeri, a sistemai is cuaddus. Non me ne parlare, sono partito presto da Muravera per portare tutte queste arance. Sono molto stanco e adesso mi voglio buttare sul letto. Aiutami, per favore, a sistemare i cavalli.”
Informazioni aggiuntive
Informazioni | formato 15,5x21 188 pagine |
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Tipo di legatura | Brossura |
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