Economia della Sardegna 16° Rapporto 2009
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È ufficiale: dalla fine del 2008 l’economia mondiale è entrata nella fase recessiva più severa dal secondo dopoguerra. La crisi dei mercati finanziari dello scorso anno ha moltiplicato la sua portata settimana dopo settimana ed ora investe interamente il settore reale: nell’ultimo trimestre del 2008 gli scambi e la produzione mondiale sono crollati. Le previsioni per il 2009 e il 2010 sono chiarissime: i segnali negativi non sono destinati a scomparire in tempi brevi. Per l’area OCSE, l’area euro e l’Europa allargata la contrazione che interrompe una lunga fase positiva del ciclo economico andrà acuendosi. Con riferimento al nostro Paese c’è molto da preoccuparsi. Da ormai 15 anni l’Italia sperimenta una crescita media annua di poco maggiore dell’1%, rappresentando il fanalino di coda dell’Europa allargata a 27 paesi, e per il 2009 ci si attende una contrazione della produzione maggiore rispetto a quella media europea.Cosa aspettarsi per una piccola regione come la Sardegna che quando ‘fa bene’ segue la media nazionale e che peraltro negli ultimi anni sembra addirittura non esserci riuscita? Eppure il turismo fa vivere all’economia regionale un processo di ‘internazionalizzazione’: la domanda estera dimostra di apprezzare i prodotti della nostra economia, a partire da quelli ambientali. Tuttavia il processo che consentirebbe di superare il pesante limite della ridotta dimensione locale non è mai stato sfruttato pienamente dalle imprese sarde per evidenti ritardi strutturali. E ora che questi ritardi si associano alla crisi globale l’industria isolana si trova subito in grave affanno con pesanti ripercussioni economiche e sociali.
Informazioni aggiuntive
Informazioni | 200 pagine |
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Tipo di legatura | Brossura - Illustrato |
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