Le lettere dell’albero del riccio
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L’onorevole Antonio Gramsci, nel 1926, venne mandato al confino con l’accusa, in quanto comunista, di aver complottato contro il fascismo. Pochi mesi dopo venne rinchiuso in carcere, in attesa di giudizio e nel 1928, dopo un assurdo processo, fu condannato in via definitiva a oltre vent’anni di reclusione. Per ragioni di salute fu prima inviato in un carcere speciale e poi in cliniche trasformate in prigioni. Nel 1937, quando grazie a indulti e amnistie stava per ritornare a essere un uomo libero, Antonio Gramsci morì. Lasciò in eredità al mondo i suoi quaderni di appunti e le sue lettere a familiari e amici. Nel 1947, nel primo decennale della morte, alcune centinaia di quelle lettere furono raccolte in volume e gli valsero il Premio Viareggio. Nel 1948, se ne pubblicò un’altra breve selezione indirizzata ai bambini o agli adulti a loro vicini. Il Libro si intitolava L’albero del riccio. Quelle sessanta lettere, però, non vennero inserite secondo ordine cronologico e nemmeno integralmente; si voleva che i giovani lettori italiani avessero un’idea eroicamente monolitica dell’uomo Antonio Gramsci. Questo Libro, ripristinando la cronologia e rimuovendo i tagli, vuole contribuire a fare di Gramsci un uomo, oltre che un eroe del nostro tempo.
Informazioni aggiuntive
Informazioni | A cura di Antoni Arca 160 pagine |
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Tipo di legatura | Brossura - Illustrato |
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