Mille (rist. anast. 1874) (I)
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Giuseppe Garibaldi non ebbe mai la pretesa di entrare nella storia della letteratura e infatti non è come letterato che oggi viene ricordato. Lui stesso affermò di essre più adatto a tenere in mano la spada che non la penna, quasi a voler tramandare di se stesso ai posteri, l’immagine del soldataccio. E’ invece un’immagine perlomeno molto parziale: se l’uomo di guerra non riuscì mai a diventare un uomo di lettere, seppe scrivere quando occorreva, e si cimentò, oltre che con scritti d’occasione, giornalistici, con un’infinità di lettere, proclami di rilevante portata storica, anche con la poesia e la prosa di romanzi.. Dall’introduzione del pronipote Giuseppe Garibaldi
Informazioni aggiuntive
Informazioni | Edizione anastatica Introduzioni di Giuseppe Garibaldi e Francesco Cesare Casula 458 pagine |
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Tipo di legatura | Brossura |
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