Tegghj e un fangottù d’inchitudini
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La Giuria della terza edizione del “Premio Letterario Biennale Michelangelo Pira”, 1990, composta da Antonio Romagnino, presidente; Gaetano Gugliotta, segretario e dai membri Fernando Pilia, Franco Fresi, Tonino Budroni, Paolo Piquereddu, Leonardo Sole e Bruno Rombi, tutti esperti di una o più varietà linguistiche sarde, presa visione ed esaminate attentamente le 23 sillogi presentate da altrettanti concorrenti, dopo ampio ed approfondito dibattito all’unanimità ha deciso di conferire il primo premio alla silloge intitolata Tegghj di Gian Carlo Tusceri, residente a La Maddalena, con la seguente motivazione: “L’uomo, e soprattutto l’uomo delle isole, è terra e roccia. Il poeta parte da questa metafora centrale per liberarsi dalla tentazione degli stereotipi letterari, grazie anche all’uso di una lingua marginale di particolare sonorità. Il suo discorso è caratterizzato così tanto dalla risentita originalità dei temi, quanto dalla sapiente orchestrazione di oscure dissonanze timbriche e concettuali.
Informazioni aggiuntive
Numero pagine | 215 |
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Dimensioni | 2 × 1.2 cm |
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