Un mondo rovesciato
Armonia e rimorso nei bronzetti nuragici
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Se mettiamo insieme quel migliaio di bronzetti nuragici disseminati nel mondo – quasi 600 solo nei musei della Sardegna e gli altri dispersi in collezioni pubbliche e private nel resto del pianeta – vediamo le nostre radici, l’ipotesi delle nostre origini, la nostra storia all’interno di un mondo rovesciato a noi lontano ma che ci appartiene profondamente.
Da troppi decenni gli archeologi dibattono soprattutto sulla ragione di questi capolavori con i quali 35 secoli fa i sardi – Shardana, o chissà chi – inventarono la fusione a cera persa.
È questa la più importante testimonianza artistica della preistoria: in 24.000 km quadrati vennero prodotte migliaia di opere d’arte in bronzo nelle quali si testimonia la vita quotidiana di una gente perduta nella notte dei tempi che realizzò l’unica e imponente raffigurazione della marineria primitiva, quasi a dimostrazione del loro costante viaggiare per mari lontani, dai quali portare indietro la più importante delle ricchezze: la conoscenza.
Oggi è solo grazie ai bronzetti che sappiano esattamente come si navigasse nella notte dei tempi: ben 250 navicelle sinora ritrovate quasi sempre nei nuraghi. Ho cercato di mettere insieme questo mondo fantastico.
Ho tentato di guardarlo come fosse un’unica rappresentazione teatrale del nostro passato, non solo del passato dei sardi, ma della storia dell’Europa, della storia di quella umanità che un popolo antico ha raffigurato con maniacale precisione, con l’intento non troppo velato di lasciare una testimonianza di sé.
Informazioni aggiuntive
Numero pagine | 128 |
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Dimensioni | 2.1 × 1.5 cm |
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