Vecchie storie di Anglona e di Romangia
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In Vecchie storie di Anglona e di Romangia, l’autore ha compiuto una ricognizione antropologica nella microstoria. In un luogo dove ancora vive una umanità selvaggia, bella e altera. Come è quella sarda. Il cui spirito indomito viene definito, con un vocabolario raro, strampaleria. Che parrebbe sinonimo di stramberia, stravaganza, bizzarria, ma non lo è. Ci presenta infatti una rassegna di azioni di tipi umani particolari in un contesto in cui i potenti hanno indotto la popolazione a carnevalizzare il potere, cioè a ridersi di sfruttati e di frustrati. Storie quindi di sorsensi della Sardegna e del mondo. L’autore ha conosciuto la civiltà del carro a buoi e quella del dei jet, della televisione, della comunicazione elettronica…Ma come neurologo sa che l’uomo è sulla terra da milioni di anni e che non sono le rivoluzioni tecnologiche a modificarlo interiormente. Natura non facit saltus o, se li fa, sono salti quasi impercettibili.
Informazioni aggiuntive
Informazioni | Manoscritti nel cassetto 110 pagine |
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Tipo di legatura | Brossura |
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